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  • Immagine del redattoreJacopo Angiolini

Lo Sbaglio: il "Segnalibro" dei nostri progressi! Come smettere di averne Paura!



Uno dei più vecchi, e controproducenti, software installati nella gamma delle reazioni dell'essere umano: la Paura dello Sbaglio.

Una cosa Inutile, pericolosa, costosa. Facciamo un veloce sunto di quello che dovremmo sapere a proposito della Paura; sopratutto della Paura di commettere uno Sbaglio. e riprendiamoci la nostra Vita!!


La Paura dello Sbaglio: come è fatta?


Cominciamo con il dividere la Paura pura e semplice dalla Paura dello Sbaglio: sono due cose differenti. Associate tra loro, ma anche prese singolarmente, posso rendere la vita di ognuno di noi un vero e proprio inferno.

Intanto per paura si fanno un mucchio si sciocchezze. per paura di sbagliare poi se ne fanno ancora di più. Va a finire che quello che dovrebbe essere un meccanismo sano, fatto apposta per salvarci la pelle in situazioni di pericolo, finisce per essere una pistola che abbiamo puntata contro nei momenti più impensati.


"Lo sparo spaventa, ma l'attesa terrorizza" Alfred Hitchcock

LA PAURA


A proposito della Paura pura e semplice


Intanto la parola ed il suo significato. Con il termine paura si indica una gamma molto vasta di sensazioni e di emozioni umane, anche molto diverse tra loro. Si va infatti da una situazione normale, un medico la definirebbe "fisiologica", che possiamo indicare come il "polo sud" di questi sentimenti: il timore. Fino ad arrivare al "polo nord" di questa situazione: l'orrore.

Ora: tra un lieve senso d'apprensione, un timore e il panico totale dell'orrore esiste una strada lunghissima da percorrere; che passa attraverso l'ansia, la preoccupazione, la paura e tutto il resto. Anche se, a volte, va detto, si passa dallo stato di calma al terrore in una frazione di secondo, o il contrario.

"Lo sparo spaventa, ma l'attesa terrorizza". Con buona pace e rassegnazione dell'Egregio Alfred, della cui filmografia, da vecchio cinefilo incallito, sono grato, la paura non è una gran bella sensazione da provare.

In realtà si tratta, come ho detto poco sopra, di un meccanismo di difesa. quindi una cosa sana, positiva. E lo è, almeno fino ad un certo punto.

Per capire bene cosa io intenda per "meccanismo di difesa è necessario fare un salto indietro nel tempo; più o meno al tempo dei cavernicoli.

La Paura, nel caso dei nostri antenati, era un'emozione se possibile ancor più fondamentale che al giorno d'oggi. La Paura infatti azionava, e continua ad azionare, il meccanismo mentale "fuggi o combatti".

Ora non credo sia necessario spendere troppe parole su quanto potesse essere comodo, all'epoca, un meccanismo del genere: provate voi a farvi un cocktail davanti ad un puma affamato senza sbarre tra voi e lui... e poi raccontatemi come è andata.

Ecco, questo, a raccontarlo, sembra essere a milioni di chilometri, oltre che di anni, da noi. Roba da racconto dell'avventura. In realtà, al centro del nostro cervello esiste ancora una zona, detta cervello rettiliano, che si è evoluto più o meno 500 milioni di anni fa. Nel cervello rettiliano ha sede e dimora il mondo delle pulsioni interne, degli istinti più primordiali, quello più legato all'aggressività ed anche alla violenza. d'altro canto stiamo anche parlando di quello più legato ai desideri.

Dunque: il punto è che lì noi siamo ancora dei cavernicoli. Certo i nostri nemici non sono più leoni e predatori animali in genere ma il nostro modo primario di reagire è rimasto lo stesso; perché il sistema di allerta e difesa è sempre lo stesso.

Nella nostra disamina dei fatti non dobbiamo mai dimenticare che un po' di paura serve a concentrarsi, a dare il massimo. L'estrema sicurezza in se stessi può sfociare facilmente nella presunzione se non è accompagnata dalla coscienza dei propri limiti e da una piccola dose di timore. Semplicemente va usata, magari tenendola a bada: se è vero che è un efficiente e collaudatissimo sistema di allerta e difesa è anche vero che diventa un vero e proprio problema quando viene percepita in maniera eccessiva o deborda dal contesto.



Il volto della Paura (e non solo quello)



La Paura ha un aspetto fisico chiarissimo. la fisiognomica in questo c'è d'aiuto descrivendoci chiaramente quale sia il volto della paura: occhi sbarrati, bocca aperta e l'arcata sopraccigliare più o meno aggrottata, a seconda dei casi e dell'intensità emotiva del momento.

Anche sudorazione intensa, tremore, stimoli d'ogni genere e varietà. La Paura ha un volto nel senso che possiamo descrivere e riconoscere dalla trasfigurazione della faccia un uomo che ha paura, ma la Paura ha anche un corpo.


L'attimo che paralizza


Immagina, ma potrei dire Ricorda: sei lì un secondo prima di fare quello che devi fare e tu sai come si fa, non ci sono dubbi, non saresti lì altrimenti. un piccolo dubbio riguardo una qualsiasi parte di quello che devi fare fa capolino un minuto prima di "entrare in scena". BUM. In un attimo la paura di sbagliare tutto ti paralizza. tu sai comunque che sai fare quello che stai per fare e quindi prendi e vai comunque, anche se te la stai facendo addosso. Fai la tua performance, perché è quasi una cosa automatica, ma per tutto il tempo dell'esecuzione la paura sta lì dentro di te. Quasi invariabilmente il risultato è che come minimo la tua performance è stata al di sotto delle tue normali capacità. Un po' come quando devi fare qualcosa che fai normalmente ma ti rendi conto che c'è qualcuno che sta guardando esattamente te in quello che fai... lo fai peggio.


L'aspetto fisico della Paura




Sembra essere un lungo preambolo, me ne rendo conto, ma è necessario per arrivare a dire con chiarezza una cosuccia, forse banale, in ogni caso innegabile: la paura è essenzialmente fisica.

O meglio: la Paura è una questione mentale che ha effetti fisici.

Detto questo? Detto questo si passa ad un' altra considerazione, anzi ad una domanda: possiamo gestire con la mente la paura? Certo. Sicuramente c'è chi è in grado di:

  • Dividere il cervello

  • calmarne una parte

  • razionalizzare quello che sta succedendo intorno e dentro a noi

quindi fatto questo, solo su una parte ben partizionata di noi che a differenza del resto non sta impazzendo....

  • inquadrare la parte instabile (che nel frattempo ci ha proiettato in un inferno dantesco e ci ha fatto piangere e sudare al ritmo di tre litri al minuto)

  • e con un calma olimpica sussurrare: Tranquillizzati, è tutto a posto!

Forse, ma forse la mia granitica certezza si è appena sbriciolata.

Uno dei punti salienti è che la procedura che ho focalizzato poco sopra (con termini a dir poco semplici) è un qualcosa che può fare un terapeuta in studio con santa calma e parlando della paura che il suo paziente ha vissuto o vive di solito.

Il problema è gestire la Paura qui ed ora; nel momento in cui si presenta.


Respira, Respira, Respira!


Si! sembra il consiglio della nonna, me ne rendo perfettamente conto. ma credetemi: è, in soldoni quello che va fatto. E intendo dire... SUBITO.

Nel momento stesso in cui si passa dal timore, dalla preoccupazione, alla Paura... quest'ultima diventa fisica. Ed è lì che possiamo intervenire tempestivamente.

Respirare profondamente ed imporsi una respirazione lenta e potente aiuterà a stare calmi e vedere con distacco quello che sta succedendo.

Si dice che le persone "fredde" escano con più facilità dalle situazioni difficili. Ed è vero. E' che nessuno di noi può decidere di nascere con addosso la freddezza e la tranquillità di un cecchino. Che poi vorrei sapere se dentro di lor sono davvero poi così glaciali.

Riprendendo velocemente un discorso fatto poche righe più in alto, ci dobbiamo ricordare del cervello rettiliano; più che altro del contesto in cui si è sviluppato.



LO SBAGLIO: IL "SEGNALIBRO" DEI NOSTRI PROGRESSI



Il Contesto


Noi non abbiamo più a che fare con puma, tigri o leoni. La nostra giungla il più delle volte è quella urbana, le pantere sono quelle della polizia e le tigri, di solito, sono quelle da tastiera che sfogano in internet le proprie frustrazioni. Noi al massimo abbiamo Paura di fare Tardi ad un appuntamento, di essere pizzicati a fare qualcosa che non dovremmo o di non essere all'altezza della situazione.

Certo, le nostre paure sono adeguate al contesto che ci circonda, ma essendo di radice antica rischiano di risultare fuori misura e, di conseguenza, di alimentare ed ingigantire il problema da cui hanno avuto origine.

Affrontare tremando il nostro capo non ci salverà dal licenziamento. Magari non ci salverà nemmeno affrontarlo tranquilli. Quello che è sicuro quasi al 100% è che una situazione emozionale gestita e tranquilla ci consentirà di portare davvero forza alle nostre ragioni mentre si discute la questione; qualunque questione.


lo Sbaglio


Ecco qua il nostro amico. Lo aspettavamo da un po'. Anche lui è una sciocchezza se abbiamo il coraggio di guardarlo per bene. Lo Sbaglio è Necessario nel processo di apprendimento.

Eh si! Nessuno di noi fa bene una cosa, qualunque cosa fin dal primo momento. c'è poco da fare. Purtroppo le sovrastrutture mentali costruite dalla pedagogia che va per la maggiore non aiutano: fin da piccoli ci viene insegnato che l'errore, lo sbaglio, è un limite; un problema.

L'intento sarebbe anche buono, chi lo nega? Il problema, poi, è che i risultati sono pessimi!

Maestri, Professori, Istruttori, Insegnanti, persino allenatori... tutti legati ad uno schema vecchio e controproducente: sottolineare e punire l'errore nella speranza che il timore della reprimenda aiuti a non sbagliare la volta dopo.

  • Se c'è qualcosa che vi suona, ma giusto un po', familiare... ci avete dato: vi è familiare!

  • Se c'è qualcosa che vi suona sorto... ci avete dato di nuovo: è storto!

  • Se C'è qualcosa che vi fa contorcere lo stomaco a ripensarci e vi viene l'atroce dubbio... probabilmente ci avete dato per la terza volta su tre: è la Paura dello Sbaglio!


La Sottile Differenza


Facciamo marcia indietro e torniamo con il cervello all'inizio del pezzo: quando ho parlato dell'aspetto sano della Paura.

Ovviamente esiste anche l'aspetto sano della paura di sbagliare; si chiama mettere attenzione in quello che fai!

Potrei andare avanti ore ad elencare i guai nati dalla presenza della mancanza d'attenzione (e mi sa che tra qualche tempo lo farò) nel fare le cose. per ora lasciamo perdere rischio di perdere la calma e distruggere la tastiera!

alla fine è quella che fa davvero la differenza l'attenzione e la resilienza messe insieme.

lo sbaglio è una cosa buona: lo Sbaglio: Maledetto ma Bellissimo e Necessario è il "Segnalibro" dei nostri progressi.

Un bambino che comincia a mangiare da solo si tira in faccia e tira intorno a se almeno tre quarti della minestra che ha nella scodella!

La prima volta nemmeno centra la bocca ... e quando la centra il cucchiaio è vuoto!

non sono sbagli questi? scoraggiano forse il bambino?

NO!

Il bambino non ha paura dello sbaglio, non smette di mangiare solo perché non è riuscito a farlo la prima volta: cerca di rifarlo in un modo differente, fin quando non trova il modo giusto.


Concludendo


Lo Sbaglio e la Paura, bontà loro, non sono colpevoli, ma neppure meritevoli, di niente, in sé. Sbaglio e Paura sono Strumenti o meglio Diventano Strumenti quando sono nelle mani e nella testa di persone che vogliono governarli nel modo giusto.

Non esistono i fenomeni che fanno le cose bene al primo tentativo; esistono le persone che sbagliano, ma che imparano dal proprio errore e lo adoperano nella maniera più vincente possibile!

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